Salvo grazie all'Sos lanciato in strada dalla figlia di 11 anni e al pronto intervento dei vicini di casa. È successo a Bologna.
È la sera del 5 ottobre. Un uomo di 47 anni, Giuseppe, si trova nella sua casa a Casteldebole, prima periferia di Bologna. È insieme alla moglie e alla loro figlia di 11 anni. È quasi ora di andare a letto, ma qualcosa non va: l’uomo si sente male. La donna e la bambina lo ritrovano steso sul divano. Alle 22.27, la moglie chiama subito il 118. La figlia invece, in preda al panico, scende in strada. E inizia a gridare, richiamando l’attenzione di tutti i vicini di casa. Alcuni vicini, sentendo quelle grida, accorrono subito. Entrano nella casa. Ormai è chiaro: Giuseppe ha un arresto cardiaco. È necessario che, nell’attesa dell’ambulanza, riceva le prima manovre di rianimazione. Le guida al telefono l’operatore sanitario. Il vicino di casa non ha mai fatto un massaggio cardiaco: ma lo fa per 9 minuti, tentando di salvare la vita all’amico Giuseppe. Lo fa fino all’arrivo dell’automedica. I medici, con il supporto del defibrillatore, riescono a far ripartire finalmente il cuore dell'uomo, che viene poi trasferito in Cardiologia all'ospedale Maggiore di Bologna. Oggi Giuseppe sta bene, ma è ancora ricoverato per accertare le cause dell’arresto cardiaco.
Nei corridoi del reparto di cardiologia, oggi Giuseppe ha potuto riabbracciare, colmo di gratitudine e di commozione, il suo amico. "Il coraggio della bimba che è venuta in strada a chiedere aiuto ci ha fatto allertare. È stata la prima volta per me nel fare la rianimazione cardiopolmonare: ho fatto quello che potevo ed è andata bene. Avevamo tanta paura, eravamo tutti in ansia, ma poi siamo stati felici quando abbiamo saputo che Giuseppe stava bene", ha raccontato emozionato l'amico e vicino di casa.
Questa storia è stata resa nota dall’ospedale di Bologna in occasione della conferenza stampa di presentazione dell'edizione bolognese di "Viva!", la settimana di sensibilizzazione per la rianimazione cardiopolmonare. Conoscere le manovre di rianimazione è fondamentale: si riescono a salvare moltissime vite. E la vicenda di Giuseppe lo mostra.