Dopo due anni di stallo, anche il Senato dà il nullaosta all’unanimità alla normativa sui dispositivi salvavita. Sono escluse responsabilità legali quando si presti soccorso
«Immunità» per chiunque utilizzi i defibrillatori. È la novità più importante introdotta dal disegno di legge 1441 sui defibrillatori che, dopo due anni di stallo, è stato approvato all’unanimità anche al Senato. Al netto di ulteriori lungaggini dovute al «ping-pong» legislativo - rispetto al testo licenziato nel 2019 sono stati apportati emendamenti e quindi occorre un nuovo passaggio alla Camera (ma tutto dovrebbe risolversi in sede di Commissione) -sarà così introdotta di fatto una «legge del Buon Samaritano», sul modello anglosassone, anche in Italia per chiunque usi un defibrillatore . Associazioni scientifiche, come Irc (Italian resuscitation council), e di volontariato come Progetto Vita di Piacenza, sono state le prime a chiedere una garanzia in più che «salvi» chi decida di intervenire per salvare una vita.
Il ddl 1441 introduce diverse misure importanti per rafforzare il primo soccorso in caso di arresto cardiaco: è previsto uno stanziamento di 10 milioni di euro per la diffusione nei prossimi cinque anni dei defibrillatori automatici esterni (Dae) in luoghi molto frequentati come aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, scuole e università e sui mezzi di trasporto (aerei, treni, navi), l’obbligo dell’introduzione a scuola dell’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare e l’obbligo per le società sportive professionistiche e dilettantistiche di dotarsi di Dae.
«Una legge di sistema all’avanguardia in Europa e in linea con le recenti raccomandazioni European Resuscitation Council. La salvaguardia del soccorritore occasionale consentirà di ridurre uno dei motivi di non intervento per paura di ripercussioni legali. L’utilizzo della app per coinvolgere i first responders consentirà di aumentare la rianimazione cardiopolmonare da astanti e l’utilizzo del Dae. L’Emilia Romagna dal 2017 ha implementato il Dae Responder in tutta la regione. Un modello virtuoso da perseguire», aggiunge Federico Semeraro, presidente eletto di European resuscitation council (Erc) e anestesista rianimatore all’Ospedale Maggiore di Bologna.
Su 400.000 arresti cardiaci registrati ogni anno in Europa si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovra salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e nel 28% dei casi con il defibrillatore. La percentuale di sopravvivenza è dell’8%. Le novità introdotte dal ddl 1441 puntano proprio a incrementare il coinvolgimento dei cittadini nel primo soccorso e a dare loro gli strumenti per farlo: oltre ai 10 milioni di euro per l’installazione dei Dae in luoghi pubblici molto frequentati, all’obbligo di insegnamento a scuola delle manovre di primo soccorso e all’obbligo per le società sportive di dotarsi di defibrillatore, la nuova legge prevede per esempio l’obbligo per il 112/118 di fornire ai cittadini le istruzioni telefoniche per riconoscere l’arresto cardiaco, per fare il massaggio cardiaco e per utilizzare il Dae e l’introduzione di applicazioni per la geolocalizzazione dei Dae. La legge inoltre stabilisce che, in assenza di personale sanitario o di personale non sanitario, ma formato sul primo soccorso, anche i cittadini comuni che non hanno ricevuto una formazione specifica siano autorizzati a utilizzare i Dae. Molte di queste innovazioni sono presenti appunto anche nelle nuove linee guida europee sul primo soccorso recentemente aggiornate e pubblicate da European Resuscitation Council (Erc). L’approvazione del ddl 1441 colloca pertanto l’Italia all’avanguardia sul piano della riforma del primo soccorso.
Il ddl era rimasto fermo due anni per la mancanza di fondi e per il rallentamento dovuto al Covid, ora passerà alla Camera per il sì definitivo. Una vera e propria battaglia di civiltà che equipara l'Italia ad altri paesi dove i defibrillatori sono già diffusi nei posti pubblici, pronti a portare soccorso. «Stanziamo quasi due milioni e mezzo risorse per prevedere defibrillatori semiautomatici e automatici esterni nelle scuole, in tutte le pubbliche amministrazioni con almeno 15 dipendenti, negli aeroporti, nelle stazioni. Sui mezzi di trasporto che effettuano percorsi di almeno due ore senza fermate intermedie - spiega il MoVimento 5 Stelle che ha promosso il ddl -. Gli enti territoriali potranno anche incentivarne l'installazione nei centri commerciali, nei condomini, negli alberghi e l'uso dei defibrillatori sarà consentito anche al personale non sanitario».
Plauso anche dal deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, promotore, primo firmatario e relatore del ddl: «Una legge di civiltà e buonsenso, con l'approvazione odierna vede finalmente il traguardo una legge attesa dall'Italia da 20 anni che consentirà di diffondere cultura di prevenzione e primo soccorso per gli attacchi cardiaci. Grazie alla collaborazione del governo, in particolare del ministro Brunetta, si è ora superata l'impasse legata ai rilievi sollevati dalla Ragioneria Generale dello Stato».