«I nostri politici? Sono pagliacci pericolosi»

L’attacco del cardiologo Cecchini dopo l’ulteriore proroga dell’obbligo del defibrillatore

PISA. Sono sempre più numerosi i casi di cronaca che portano alla ribalta episodi di morte improvvisa. Riguardano persone giovani, sportivi. Tragedie che molto probabilmente sarebbero state evitate se nelle vicinanze fosse stato presente un defibrillatore. La morte del calciatore Morosini è ad esempio un ricordo drammatico. La legge Balduzzi ne aveva previsto l'obbligo per le strutture sportive fin dal mese di gennaio. Con una prima proroga la legge è slittata al 21 luglio. Un nuovo decreto del 19 luglio, firmato dal ministro della Salute Lorenzin, lo ha prorogato di altri quattro mesi.

Solo rinvii

Maurizio Cecchini, il cardiologo che in provincia di Pisa da circa trent’anni si occupa di promuovere la medicina d'urgenza e presidente di “Cecchini Cuore Onlus”, la scuola gratuita di defibrillazione precoce e rianimazione cardiovascolare, è furioso. Dalle pagine del suo sito - www.cecchinicuore.org - attraverso un editoriale dal titolo “Pagliacci pericolosi” scrive: «I pagliacci sono loro - riferendosi alla classe politica - ma sono pagliacci pericolosi che non fanno ridere... C'è da chiedersi se davvero la legge che prevede l'obbligo del Dae sarà rispettata il 30 novembre prossimo. Quindi ancora morti nelle palestre, piscine e campetti di calcio. In Italia muore una persona ogni 8 minuti per morte improvvisa, spesso durante lo sport. Muore un ragazzino sotto i 18 anni ogni tre giorni, specialmente sui campetti di calcio». E rilancia: «Ricordatevelo - dice Cecchini - quando qualcuno di questi politici vi verrà a parlare di sanità al servizio del cittadino, di percorsi condivisi della salute... sono pagliacciate».

Solo due giorni fa un signore di 56 anni, accasciatosi a terra durante una sagra in provincia di Arezzo, è stato salvato dal defibrillatore in dotazione al soccorso sanitario. Ma a fronte di casi fortunati come questi, i numeri di quanti non ce l'hanno fatta sono ancora elevati. È proprio Cecchini a fornirli: «Si sono verificati 77 decessi dall'inizio dell'anno: 25 nel ciclismo, 22 nel calcio/calcetto, 8 tra i podisti, 6 tra i frequentatori di piscine e palestre, quasi tutti dilettanti».

E allora perché questa ulteriore proroga?

«Questo ennesimo rinvio – risponde Cecchini – avviene perché da gennaio 2016 ad oggi nessuna struttura sanitaria pubblica ha tenuto corsi gratuiti alla popolazione, benché il Bollettino Ufficiale della Regione Toscana del 9 ottobre 2015 invitasse le Asl a organizzare corsi gratuiti. Sono stati quindi facilitati i corsi a pagamento, anche dello stesso 118 locale, negando la validità dei 357 corsi che ho tenuto gratuitamente da quasi 9 anni a questa parte, nonostante io sia cardiologo universitario da 34 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera. Si pensa davvero che questi ulteriori 4 mesi di proroga serviranno a qualcosa?».
In quanto all'uso dei defibrillatori Cecchini assicura che i più moderni possono essere utlizzati da tutti grazie alla procedura guidata. «In nessun paese europeo - dice il cardiologo - è necessario un corso Blsd per impiegare un Dae, che è considerato “a prova di idiota”. Va sottolineato che in Italia chiunque può utilizzare un Dae in caso di necessità, dal momento che la legge Balduzzi non prevede alcuna ammenda per chi usa un Dae».

Il punto su Pisa

Ma facciamo il punto su Pisa, già famosa per avere il litorale più cardioprotetto d'Italia. «Attualmente - spiega Cecchini – sono stati installati 357 Dae pubblici, compresi una decina in Garfagnana. Sono stati utilizzati 11 volte da passanti, quindi non da medici, in otto anni, in otto sono sopravvissuti». E nelle scuole? «Circa il 50% delle scuole di Pisa e provincia sono cardioprotette. A San Giuliano Terme sono riuscito a cardiproteggerle tutte, così come la maggioranza a Cascina. In città abbiamo l'aeroporto Galilei cardioprotetto (13 Dae, che hanno salvato un passeggero), così come la stazione ferroviaria (anche in questo caso un salvataggio)».
Cosa serve ancora a Pisa? «Una maggiore attenzione dell'amministrazione pubblica. Hanno speso milioni di euro due anni fa in totem elettronici che sono guasti. Occorre una liberalizzazione dell'uso del Dae e delle metodiche di insegnamento, non è possibile che solo pagando si possa aiutare il prossimo. Ci vuole una campagna nelle scuole, sui posti di lavoro. Basterebbe che gli specializzandi in cardiologia, rianimazione e medicina interna fossero mandati nelle scuole ad ogni inizio anno ad insegnare gratuitamente il Blsd».

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