Uno studio condotto su 2.500 persone, mette in evidenza come sia fondamentale la presenza di un defibrillatore e l’assistenza dei passanti quando una persona è colpita da arresto cardiaco in luogo pubblico. L’assistenza tempestiva migliora gli esiti e la sopravvivenza
I pazienti in arresto cardiaco tempestivamente curati dai passanti con un defibrillatore automatico esterno (Aed) hanno maggiori probabilità di sopravvivere e ridotte disabilità permanenti. È quanto ha evidenziato una ricerca coordinata daMyron Weistfeldt, della Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora, e pubblicata daCirculation.
Lo studio si è focalizzato su 2.500 arresti cardiaci avvenuti in un luogo pubblico, dove è più facile trovare Aed. Dalla ricerca è emerso che, complessivamente, solo il 19% dei passanti ha usato il defibrillatore per aiutare i pazienti. Ma quando i passanti intervenivano, i pazienti in arresto cardiaco presentavano il doppio delle probabilità di sopravvivere ed avevano anche maggiori probabilità di lasciare l’ospedale camminando da soli e gestendo le attività quotidiane autonomamente o con poca assistenza.
In particolare, il 67% dei pazienti che ha ricevuto assistenza con il defibrillatore da un passante è infatti sopravvissuto abbastanza a lungo da riuscire a lasciare l’ospedale, rispetto al 43% dei pazienti che hanno ricevuto assistenza con il defibrillatore solo all’arrivo dell’ambulanza. Nel momento della dimissione, poi, il 57% dei pazienti aiutati dai passanti presentava poche o nessuna disabilità, rispetto al 33% dei pazienti trattati dal personale medico giunto in emergenza.