Una persona è colta da infarto, allora si corre verso il primo defibrillatore che si trova nelle vicinanze ma si scopre che è stato rubato alcuni mesi fa e non è stato più ricollocato nella teca. E’ morto così, in maniera tanto assurda quanto paradossale un cinquantacinquenne di Trapani.
Quel defibrillatore rubato e mai sostituito forse gli avrebbe potuto salvare la vita. Ed, invece, un operatore sanitario, colto da arresto cardiaco, è deceduto.
Una persona è colta da arresto cardiaco, allora si corre verso il primo defibrillatore che si trova nelle vicinanze ma si scopre che è stato rubato alcuni mesi fa e non è stato più ricollocato nella teca. E’ morto così, in maniera tanto assurda quanto paradossale un cinquantacinquenne di Trapani.
L’uomo era con la moglie quando è stato colto da arresto cardiaco. Una morte forse evitabile se nelle vicinanze del luogo in cui s’è sentito male ci fosse stato il defibrillatore. E invece, proprio in quel punto, nei pressi del porto peschereccio, quel defibrillatore non c’era perché qualcuno aveva ritenuto di doversene impossessare illecitamente.
Per altro, in cinquantacinquenne era un operatore sanitario che, avvertiti i primi sintomi, ha cercato di raggiungere proprio quella postazione dove avrebbe dovuto esserci il defibrillatore per scoprire, purtroppo, che l’apparecchio salvavita era stato trafugato. Inutili i soccorsi. I sanitari del 118 hanno fatto di tutto per strapparlo alla morte ma alla fine si sono dovuti arrendere ad una morte forse evitabile che deve far riflettere tutti ed ognuno.