Arresto cardiaco durante l'ora di ginnastica: la storia di Vittoria

Pochissimi attimi per salvare la vita di Vittoria, una ragazzina di 14 anni colta da arresto cardiaco durante l'ora di ginnastica.

17 Settembre 2015 - Un normale giorno di scuola durante la solita ora di ginnastica del giovedì presso il Liceo Scientifico Belfiore di Mantova. Vittoria, una studentessa di 14 anni, non partecipa alla corsa con i suoi compagni, perché ha un esonero a causa di una cardiopatia congenita. Per lei solo una camminata nel campetto esterno della palestra scolastica. Vittoria è nata con una deformazione cardiaca, e per questo dal 2007 è costantemente seguita dagli specialisti di un centro cardiologico di Milano. "Fino a quel giorno Vittoria non è mai stata male, mai svenuta”, dice la mamma Larysa.

Poco prima delle 10, Vittoria ha un malore: porta le mani al petto, cerca di aggrapparsi a qualcosa, ma cade a terra, priva di sensi. Sapendo che Vittoria è cardiopatica, l’insegnante di ginnastica controlla il battito appoggiando due dita sul polso, e ci mette poco a capire che si tratta di un arresto cardiaco. L’insegnante ha il sangue freddo e la lucidità per agire, e attiva all’istante la procedura per il soccorso: fa chiamare il 118, per la prima volta in vita sua comincia a fare il massaggio cardiaco su una persona, e chiede a un secondo insegnante di andare a prendere il defibrillatore che si trova all’ingresso.

In un istante accende il defibrillatore e attacca le piastre al petto di Vittoria: a una prima analisi è risultato uno “shock consigliato”, e la scarica viene erogata. Ma nessun segnale di ripresa. L’insegnate continua a massaggiare seguendo le indicazioni vocali del defibrillatore fino all’arrivo dei soccorsi, che impiegano meno di 5 minuti ad arrivare.

L'arrivo dei soccorsi

Una volta che l’ambulanza e l’auto medica arrivano a scuola, i medici erogano altre scariche, iniettano dell’adrenalina in vena ed il cuore di Vittoria riprende finalmente a battere, dopo 15 minuti di inattività.
Vittoria viene ricoverata nella rianimazione dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova, dove i medici assicurano che non ha subito danni agli organi. Vittoria però presenta dei problemi di memoria: “All’inizio non si ricordava neanche il suo nome,” riferisce sua mamma, " adesso dopo un lungo periodo presso un centro di riabilitazione va molto meglio”.

Lo sfogo di una mamma

Le parole di mamma Larysa ci colpiscono e ci fanno riflettere: “Per fortuna mia figlia quel giorno della settimana si trovava nell’unica sede scolastica dove c’era un defibrillatore. Il suo insegnante di ginnastica aveva frequentato per sua scelta un corso BLSD dove avevano insegnato il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore. Ma cosa sarebbe successo se mia figlia non si fosse trovata in quella scuola con il defibrillatore, o se l’insegnante di ginnastica non avesse saputo cosa fare? Mia figlia è viva grazie a un defibrillatore, e a quest’ora non sarebbe qui con me se non ce ne fosse stato uno nella sua scuola. Il defibrillatore è un obbligo, non una scelta! E’ un dispositivo salvavita e ogni scuola dovrebbe averne uno.”


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