All'arresto cardiaco si può sopravvivere: parola di Pupi Avati

Siamo sul set del film di Pupi Avati “Il papà di Giovanna”. L'atmosfera è tranquilla e rilassata. Tutto procede per il meglio. A un certo punto, accade l'imprevedibile: un tecnico sta male...

Accorrono gli attori (tra gli altri, si riconoscono Silvio Orlando, Francesca Neri, Ezio Greggio), accorre il regista. Tutti sono sgomenti, smarriti: e ora che si fa?

Il resto della storia non te lo raccontiamo, per non rovinarti la sorpresa. Qui però ti sveliamo un retroscena che pochi conoscono.

Uno shock per la vita non è solo un ottimo esempio di “corto d'autore” dedicato a una causa sociale. E' molto di più. E' una sorta di “ex voto” che il regista ha realizzato per lasciare a tutti la sua testimonianza personale.

Perché Pupi Avati è stato vittima di un arresto cardiaco e si è salvato proprio grazie a un defibrillatore. E questa non è l'invenzione di uno sceneggiatore: questa è una storia vera.
Fortunatamente a lieto fine.

Dopo questa esperienza drammatica, il regista ha voluto girare Uno shock per la vita
come impegno personale nella lotta all'arresto cardiaco. E lo ha poi donato a “Insieme per
il Cuore
”, l'Associazione che ha realizzato il primo
progetto a Roma di defibrillazione territoriale su larga scala.

E' passato qualche anno. Ma questa è una storia sempre bella da raccontare. Perché porta
con sé un messaggio di solidarietà e di speranza che merita la massima diffusione
possibile.


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