L’arresto cardiaco è un tema che molte città italiane hanno preso a cuore, Monza è una di queste.
In Italia ci sono ogni anno 60.000 morti per arresto cardiaco, 1 ogni 1000 abitanti, 200 arresti cardiaci al giorno. Per capire meglio questi numeri, è come se ogni giorno cadesse un aereo con 200 passeggeri e nessuno si salvasse.
Ma a Monza no: il Progetto Brianza per il Cuore attivo a Monza è riuscito a salvare numerose vite dalla morte per arresto cardiaco. Dal 2000 è infatti attivo il progetto di Defibrillazione Precoce, che mira a una diffusione capillare dei defibrillatori, ma anche a rendere consapevoli i cittadini della vera importanza di usare un defibrillatore in caso di arresto cardiaco.
A margine del convegno “Programmi di defibrillazione in Lombardia a tutela del cittadino” abbiamo incontrato e intervistato Laura Colombo, Presidente dell’Associazione Brianza per il Cuore.
La presenza capillare di defibrillatori serve a combattere il nemico numero 1 dell’arresto cardiaco: il tempo. Ecco perché è importante avere un defibrillatore e saperlo utilizzare. In una città media come Monza l’ambulanza impiega tra gli 8 e i 10 minuti ad arrivare (senza contare il tempo che i testimoni impiegano ad accorgersi del malore, chiamare il 118 che poi invia i soccorsi). I primi danni cerebrali a seguito dell’arresto cardiaco cominciano già dopo i primi 5 minuti: questo vuol dire che molto spesso l’ambulanza con il defibrillatore a bordo arriva troppo tardi.
Brianza per il Cuore ha equipaggiato Monza di decine e decine di defibrillatori, diffondendoli in vari punti strategici della città.
Il primo passo è stato cardioproteggere le strutture interne:
Oltre alla cardioprotezione delle strutture interne abbiamo deciso nel 2013 di cardioproteggere anche le strade: è nato quindi il progetto “Monza città cardioprotetta”. Il progetto ha donato 13 defibrillatori alla città. La cosa importante è che sono utilizzati non solo dai passanti, ma anche da uffici e strutture vicine. Questi defibrillatori sono posizionati all’interno di teche allarmate e termoriscaldate, dotati di GPS, e soprattutto disponibili 24 ore su 24.
Queste caratteristiche servono a facilitare il più possibile il soccorso poiché una volta che il defibrillatore viene rimosso dalla teca, parte automaticamente la chiamata al 118, poi l’ambulanza grazie al GPS del defibrillatore saprà esattamente dove andare. Le postazioni dei defibrillatori sono state scelte con l’aiuto del 118, in base alla necessità e ai luoghi maggiormente affollati:
Brianza per il Cuore non si è fermata solo alla fornitura di defibrillatori. Per 3 anni ci siamo impegnati a garantire una volta al mese un corso BLSD gratuito per la popolazione, rilasciando certificazione 118. Siamo arrivati ad avere oltre 1820 persone addestrate!
Il nostro obiettivo non è sostituire i soccorritori, ma intervenire in loro attesa.
Sì, una giovane ragazza di 18 anni ha prestato soccorso a un uomo di 80 anni in arresto cardiaco. Capita la gravità della situazione ha subito chiesto a un amico di recuperare il defibrillatore che si trovava al cimitero, ha scoperto il torace dell’uomo e ha cominciato il massaggio cardiaco, mentre il nipote dell’uomo gli praticava la respirazione bocca a bocca. Una volta arrivato il defibrillatore la ragazza ha attaccato le piastre al torace e il defibrillatore, dopo l’analisi del ritmo cardiaco, ha dato diverse scosse. Minuti interminabili, fino all’arrivo dell’ambulanza e dell’automedica (puoi leggere la notizia del salvataggio).
Abbiamo scelto i defibrillatori Philips per il buon rapporto qualità-prezzo. La scelta si è dimostrata valida, perché negli anni non abbiamo avuto nessun problema, e l’assistenza è sempre stata efficiente.