Per prestare soccorso in modo corretto è fondamentale saper riconoscere la differenza tra un infarto e un arresto cardiaco improvviso.
Una persona colpita da infarto accusa forti dolori, ma è comunque in grado di rispondere e di comunicare, resta vigile e presente. L'arresto cardiaco improvviso causa invece l'immediata perdita di coscienza e il collasso. La vittima non presenta segni apparenti di vita, e in particolare si riscontra:
Un'assistenza tempestiva è la migliore risorsa disponibile per aumentare le possibilità di sopravvivenza di una persona colpita da arresto cardiaco.
Per salvare una vita bastano 4 mosse:
La rianimazione cardiopolmonare (RCP) si inizia praticando subito 30 compressioni toraciche (il torace si comprime di 5 cm). La respirazione bocca a bocca si esegue con 2 insufflazioni (nel caso sia disponibile, si può usare come protezione una maschera naso-bocca).
La rianimazione cardiopolmonare garantisce un flusso sufficiente di sangue ossigenato al cervello fino al ripristino del normale ritmo cardiaco, che si ottiene mediante l'erogazione di una scarica elettrica con un defibrillatore semiautomatico esterno.
Appena è disponibile un DAE, si applicano subito le piastre continuando, se possibile, l'RCP. Il defibrillatore analizza il ritmo cardiaco e decide se erogare o meno la scarica. Se la scarica viene erogata, nei successivi 2 minuti si continua a praticare l'RCP, in attesa dell'analisi successiva del ritmo cardiaco e dell'arrivo del 118.
E' quindi fondamentale che chi assiste all'evento sappia come si pratica una rianimazione cardiopolmonare e che un defibrillatore sia immediatamente disponibile nel luogo in cui avviene l'evento.