Con l’arresto cardiaco si verifica un’improvvisa cessazione della funzione di pompa del cuore che porta inesorabilmente alla morte se non si interviene tempestivamente con opportune manovre rianimatorie.
In Italia circa una persona ogni mille abitanti perde la vita a causa dell’arresto cardiaco. 60.000 persone ogni anno. A rendere così fatale l’arresto cardiaco è la sua repentinità, imprevedibilità e letalità, che lasciano poco tempo di agire alle persone testimoni.
Appunto, con l’arresto cardiaco si verifica un’improvvisa cessazione della funzione di pompa del cuore che porta inesorabilmente alla morte se non si interviene tempestivamente con opportune manovre rianimatorie. L’interruzione dell'attività cardiaca comporta l’immediata perdita di coscienza e delle capacità respiratorie.
Il fattore tempo è fondamentale per chi è colpito da arresto cardiaco. Ogni minuto che passa le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 10%. Gli organi del corpo non ricevono più sangue ossigenato e cominciano progressivamente a danneggiarsi.
Il primo organo colpito è il cervello, il quale già dopo 4-6 minuti subisce dei danni irreversibili. Poi è la volta degli altri organi interni, che minuto dopo minuto vanno incontro a danni irreparabili. Dopo soltanto 5 minuti di tempo, le possibilità di salvezza scendono al 50%. Dopo 10 minuti sopraggiunge la morte.
Ma con lo strumento o le manovre adatte, combattere l’arresto cardiaco è possibile: defibrillatore DAE e rianimazione cardiopolmonare sono i due elementi che, insieme, possono sconfiggere l’arresto cardiaco improvviso. Il massaggio cardiaco si sostituisce all’azione di pompa del cuore e continua a pompare sangue al cervello e al resto del corpo. È però il defibrillatore l’unico che può far ripartire il cuore, emettendo una scarica elettrica. Solo così si possono scongiurare la morte cardiaca improvvisa e salvare una vita.
Come abbiamo visto, quando si tratta di arresto cardiaco il tempo è tutto. Attendere fermi l’arrivo dell’ambulanza, che a volte può impiegare anche 10 minuti o più, può rivelarsi la scelta sbagliata. L’operatore del 112/118 può fornire telefonicamente tutte le indicazioni per riconoscere l’arresto cardiaco, cominciare la rianimazione cardiopolmonare (che, seppur fatta da mani inesperte, è sempre meglio di una rianimazione tardiva) e utilizzare il defibrillatore. Per questa ragione avere un defibrillatore nelle vicinanze può fare davvero la differenza.