Ogni anno in Italia le vittime di arresto cardiaco sono più di 60.000, 1 ogni 8 minuti e 45 secondi.
Fino a 70.000 morti improvvise ogni anno. Sono questi i dati che anno dopo anno si susseguono sull’arresto cardiaco, nel silenzio generale. Tra queste, il 7% ha meno di 30 anni e il 3,5% meno di 8 anni: questo significa che ogni anno muoiono 4.200 giovani e ben 2.100 bambini.
Si tratta di arresti cardiaci inaspettati, qualche volta causati da infarti, altre volte da cardiopatie non diagnosticate, sindrome di Brugada o, più in generale, patologie non diagnosticate.
L'arresto cardiaco è una grave situazione d'emergenza, caratterizzata dall'improvvisa e repentina cessazione dell'attività cardiaca, seguita dalla perdita di coscienza e dall'assenza di respiro. Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte in Italia, essendo attribuibile a queste patologie oltre il 41% dei decessi registrati ogni anno, ben oltre la percentuale ascrivibile a tutte le patologie tumorali.
Ma come mai le vittime sono così numerose? Il motivo è essenzialmente uno: l’assenza sul territorio di defibrillatori semiautomatici DAE. Ad oggi, in attesa della legge sui defibrillatori che renderebbe obbligatorio il defibrillatore nelle scuole e nei luoghi affollati, l’obbligo defibrillatori è previsto solo nelle strutture sanitarie, nelle ambulanze, nelle associazioni sportive.